Fermiamo Windows Vista
Liberiamo l'Hardware
Siamo qui a chiedervi di appoggiare FSF e noi stessi in questa epica battaglia.
Da quando l'hardware è prigioniero e di chi?
La stragrande maggioranza degli utenti non può rendersene conto ma gran parte dei limiti e dei problemi con cui si scontra quotidianamente, nell'uso dei computer, è dovuto, direttamente o indirettamente, al fatto che i produttori di hardware mantengono un atteggiamento assurdamente territoriale attorno ai loro prodotti.
La questione dei Drivers
Ad esempio, i produttori di schede video (NVidia ed ATI in cima alla lista), si rifiutano categoricamente di rendere pubbliche le specifiche delle loro schede video e/o di rendere pubblico il sorgente dei loro driver software per timore che questo permetta ai loro concorrenti di carpire i loro segreti. Si noti che questi prodotti sono già protetti, in modo estremamente efficace, da legislazioni nazionali ed internazionali severissime e da eserciti di poliziotti. Se i governi nazionali ed internazionali mettessero nella lotta alla fame nel mondo lo stesso impegno che mettono nella difesa della cosidetta “proprietà intellettuale”, in Africa i bambini soffrirebbero di obesità. Non c'è quindi nessun reale motivo di mantenere segrete queste informazioni. Grazie a questo atteggiamento possessivo e paranoico dei produttori, il cliente che acquista e paga profumatamente una scheda video ottiene i seguenti “vantaggi”:
Non può usare la scheda video con un sistema operativo diverso da Microsoft Windows semplicemente perchè non sono disponibili i driver necessari. La casa madre non li produce per ragioni di marketing e nessun'altro può farlo a causa della assoluta assenza di documentazione tecnica. Questa è la principale ragione per cui Linux è in difficoltà con le schede video più moderne. Si tratta, di fatto, di una vera azione di sabotaggio nei confronti di un concorrente scomodo.
Se viene rilevato un problema nel codice dei driver o, peggio, una falla di sicurezza, l'utente deve aspettare i comodi della casa madre. Ci sono già stati casi in cui delle pericolose falle di sicurezza sono rimaste aperte per mesi prima che la casa madre si decidesse a rilasciare la relativa patch.
L'utente dipende dalle scelte della casa madre per quanto riguarda lo sfruttamento dell'hardware. Se la casa madre non rilascia gli aggiornamenti dei driver per il nuovo sistema operativo, l'utente è costretto a cambiare scheda. Se la casa madre decide di “castrare” artificiosamente le prestazioni di una scheda video per ragioni di marketing, l'utente è costretto a subire in silenzio.
Una situazione molto simile si verifica nel caso delle schede Wi-Fi. In questo caso, si è costretti ad utilizzare i driver proprietari esistenti, cioè quelli per Windows, da un “wrapper” Linux. Questa soluzione comporta delle pesanti perdite in termini di prestazioni e non risolve comunque il problema dell'accesso alla documentazione dell'hardware.
Non può usare la scheda video con un sistema operativo diverso da Microsoft Windows semplicemente perchè non sono disponibili i driver necessari. La casa madre non li produce per ragioni di marketing e nessun'altro può farlo a causa della assoluta assenza di documentazione tecnica. Questa è la principale ragione per cui Linux è in difficoltà con le schede video più moderne. Si tratta, di fatto, di una vera azione di sabotaggio nei confronti di un concorrente scomodo.
Se viene rilevato un problema nel codice dei driver o, peggio, una falla di sicurezza, l'utente deve aspettare i comodi della casa madre. Ci sono già stati casi in cui delle pericolose falle di sicurezza sono rimaste aperte per mesi prima che la casa madre si decidesse a rilasciare la relativa patch.
L'utente dipende dalle scelte della casa madre per quanto riguarda lo sfruttamento dell'hardware. Se la casa madre non rilascia gli aggiornamenti dei driver per il nuovo sistema operativo, l'utente è costretto a cambiare scheda. Se la casa madre decide di “castrare” artificiosamente le prestazioni di una scheda video per ragioni di marketing, l'utente è costretto a subire in silenzio.
Una situazione molto simile si verifica nel caso delle schede Wi-Fi. In questo caso, si è costretti ad utilizzare i driver proprietari esistenti, cioè quelli per Windows, da un “wrapper” Linux. Questa soluzione comporta delle pesanti perdite in termini di prestazioni e non risolve comunque il problema dell'accesso alla documentazione dell'hardware.
Ciò di cui il mondo ha veramente bisogno è una situazione in cui i produttori di hardware si comportano nel modo seguente.
I produttori dovrebbero pubblicare la documentazione tecnica dei loro prodotti hardware, in modo da permettere alle persone interessate di sviluppare driver e programmi. Questo permetterebbe di ridurre i costi di sviluppo dei driver e di avere aggiornamenti tempestivi in caso di problemi. Questa documentazione dovrebbe essere accessibile a chiunque e senza costi.
I produttori dovrebbero sviluppare in prima persona i driver per i sistemi operativi concorrenti di Microsoft Windows, o permettere ai volontari di farlo, in modo da non rendersi complici di una inaccettabile posizione di dominio sul mercato.
In generale, i driver dovrebbero essere rilasciati secondo il modello dell'Open Source, in modo da permettere che il codice venga esaminato e verificato da specialisti esterni e, se del caso, corretto per eliminare problemi e falle di sicurezza.
Negli anni scorsi, sono state avviate numerose petizioni per chiedere ai produttori di hardware di rilasciare le specifiche tecniche dei loro prodotti e/o i sorgenti dei loro driver. La più famosa di queste petizioni è reperibile qui: http://www.petitiononline.com/mod_perl/signed.cgi?zxcv7nm . La questione del BIOS Il BIOS è il programma che il computer esegue per caricare il sistema operativo. Solitamente risiede in una memoria ROM sulla motherboard. Alcuni produttori usano il BIOS per castrare artificiosamente i loro sistemi, ad esempio per fare in modo che accettino solo schede di espansione e ricambi prodotti da loro stessi. Questo impone al cliente di spendere più soldi per aggiornare il suo hardware e gli impedisce di avvantaggiarsi della vastissima offerta di hardware presente sul mercato. Questo comportamento rappresenta anche un evidente caso di sabotaggio nei confronti della concorrenza e del libero mercato. Per cambiare questo stato di cose, sono state lanciate alcune iniziative tese a sviluppare ed a diffondere dei tipi di BIOS, libero e gratuito, prodotti da gruppi di volontari e quindi non utilizzabili per questi sorditi scopi. Uno dei casi più famosi di BIOS libero è LinuxBIOS. Lo trovate a questo indirizzo: http://linuxbios.org/ . La “Tassa Microsoft” Di fatto, la totalità dei computer venduti sul mercato contiene una copia di Microsoft Windows preinstallata. L'abitudine di fornire i PC con il sistema operativo può sembrare una buona abitudine ma ha le seguenti conseguenze.
L'utente paga, senza rendersene conto, diverse decine di euro per questa copia del sistema operativo. Si noti che esistono diversi sistemi operativi che possono rimpiazzare in tutto e per tutto Microsoft Windows e che non costano assolutamente nulla. Tra i più noti possiamo citare Linux e FreeBSD. Addirittura, dal 2005 è disponibile gratuitamente Solaris, il sistema operativo di Sun, considerato da quasi tutti gli osservatori uno dei migliori mai realizzati ed usato abitualmente su workstation professionali per la grafica come pure su server industriali.
L'utente viene legato ad un sistema operativo proprietario sia a causa della compatibilità del software che a causa della conoscenza che matura su di esso. Non è certo un caso se la stragrande maggioranza degli utenti è convinta che Windows sia più facile da usare di altri sistemi operativi o che il software di loro interesse giri solo su Windows. Queste due convinzioni sono entrambe false ma l'utente medio non lo può sapere a causa della sua cultura completamente Microsoft-centrica.
Per queste ragioni, i produttori di computer dovrebbero permettere al cliente di scegliere quale sistema operativo avere pre-installato sul PC che acquistano. Le scelte che sono tecnicamente possibili, già da almeno 10 anni, sono le seguenti.
Nessun sistema operativo
Microsoft Windows
Linux (una qualunque tra oltre 400 distribuzioni disponibili)
Vari tipi di BSD (FreeBSD, OpenBSD, NetBSD)
OpenSolaris
Tutti i precedenti. Si, perchè su uno stesso PC è possibile avere più sistemi operativi nello stesso momento ed usare quello che si vuole di volta in volta.
I Sistemi DRM Molti produttori di hardware, tra cui Intel, AMD e diversi produttori di schede audio/video stanno approffittando della loro posizione di dominio sul mercato per inserire nei loro prodotti dei sistemi DRM sostanzialmente inviolabili. Questi sistemi permettono di imporre la volontà di un fornitore di software o di prodotti mulimediali, o persino quella di un governo, all'utente. Esistono già diversi movimenti che si oppongono a questa evoluzione liberticida del mercato, tra cui i seguenti.
I produttori dovrebbero pubblicare la documentazione tecnica dei loro prodotti hardware, in modo da permettere alle persone interessate di sviluppare driver e programmi. Questo permetterebbe di ridurre i costi di sviluppo dei driver e di avere aggiornamenti tempestivi in caso di problemi. Questa documentazione dovrebbe essere accessibile a chiunque e senza costi.
I produttori dovrebbero sviluppare in prima persona i driver per i sistemi operativi concorrenti di Microsoft Windows, o permettere ai volontari di farlo, in modo da non rendersi complici di una inaccettabile posizione di dominio sul mercato.
In generale, i driver dovrebbero essere rilasciati secondo il modello dell'Open Source, in modo da permettere che il codice venga esaminato e verificato da specialisti esterni e, se del caso, corretto per eliminare problemi e falle di sicurezza.
Negli anni scorsi, sono state avviate numerose petizioni per chiedere ai produttori di hardware di rilasciare le specifiche tecniche dei loro prodotti e/o i sorgenti dei loro driver. La più famosa di queste petizioni è reperibile qui: http://www.petitiononline.com/mod_perl/signed.cgi?zxcv7nm . La questione del BIOS Il BIOS è il programma che il computer esegue per caricare il sistema operativo. Solitamente risiede in una memoria ROM sulla motherboard. Alcuni produttori usano il BIOS per castrare artificiosamente i loro sistemi, ad esempio per fare in modo che accettino solo schede di espansione e ricambi prodotti da loro stessi. Questo impone al cliente di spendere più soldi per aggiornare il suo hardware e gli impedisce di avvantaggiarsi della vastissima offerta di hardware presente sul mercato. Questo comportamento rappresenta anche un evidente caso di sabotaggio nei confronti della concorrenza e del libero mercato. Per cambiare questo stato di cose, sono state lanciate alcune iniziative tese a sviluppare ed a diffondere dei tipi di BIOS, libero e gratuito, prodotti da gruppi di volontari e quindi non utilizzabili per questi sorditi scopi. Uno dei casi più famosi di BIOS libero è LinuxBIOS. Lo trovate a questo indirizzo: http://linuxbios.org/ . La “Tassa Microsoft” Di fatto, la totalità dei computer venduti sul mercato contiene una copia di Microsoft Windows preinstallata. L'abitudine di fornire i PC con il sistema operativo può sembrare una buona abitudine ma ha le seguenti conseguenze.
L'utente paga, senza rendersene conto, diverse decine di euro per questa copia del sistema operativo. Si noti che esistono diversi sistemi operativi che possono rimpiazzare in tutto e per tutto Microsoft Windows e che non costano assolutamente nulla. Tra i più noti possiamo citare Linux e FreeBSD. Addirittura, dal 2005 è disponibile gratuitamente Solaris, il sistema operativo di Sun, considerato da quasi tutti gli osservatori uno dei migliori mai realizzati ed usato abitualmente su workstation professionali per la grafica come pure su server industriali.
L'utente viene legato ad un sistema operativo proprietario sia a causa della compatibilità del software che a causa della conoscenza che matura su di esso. Non è certo un caso se la stragrande maggioranza degli utenti è convinta che Windows sia più facile da usare di altri sistemi operativi o che il software di loro interesse giri solo su Windows. Queste due convinzioni sono entrambe false ma l'utente medio non lo può sapere a causa della sua cultura completamente Microsoft-centrica.
Per queste ragioni, i produttori di computer dovrebbero permettere al cliente di scegliere quale sistema operativo avere pre-installato sul PC che acquistano. Le scelte che sono tecnicamente possibili, già da almeno 10 anni, sono le seguenti.
Nessun sistema operativo
Microsoft Windows
Linux (una qualunque tra oltre 400 distribuzioni disponibili)
Vari tipi di BSD (FreeBSD, OpenBSD, NetBSD)
OpenSolaris
Tutti i precedenti. Si, perchè su uno stesso PC è possibile avere più sistemi operativi nello stesso momento ed usare quello che si vuole di volta in volta.
I Sistemi DRM Molti produttori di hardware, tra cui Intel, AMD e diversi produttori di schede audio/video stanno approffittando della loro posizione di dominio sul mercato per inserire nei loro prodotti dei sistemi DRM sostanzialmente inviolabili. Questi sistemi permettono di imporre la volontà di un fornitore di software o di prodotti mulimediali, o persino quella di un governo, all'utente. Esistono già diversi movimenti che si oppongono a questa evoluzione liberticida del mercato, tra cui i seguenti.
Potete ottenere le informazioni necessarie per entrare a far parte di questi movimenti visitando le loro pagine. Cosa si può fare, di più? Potete partecipare al nostro Google Bombing. Il Google Bombing è una tecnica che permette di mettere in risalto una notizia su internet portandola ai primi posti nei risultati delle ricerche di Google. Per partecipare al nostro Google Bombing è sufficiente che pubblichiate una pagina qualunque sul web e che inseriate nella vostra pagina un link alla pagina che state leggendo in questo momento. Il link che porta a questa pagina è il seguente: Liberiamo l'Hardware
In pratica, è sufficiente ri-pubblicare questa stessa pagina su uno qualunque dei siti web a cui avete accesso. Questa pagina contiene già il link necessario per il Google Bombing ed è pubblicata sotto licenza Creative Commons proprio a questo scopo.
Alessandro Bottoni
Alessandro Bottoni
Labels: informatica, politica
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