Fermiamo Windows Vista

In questi giorni, la Free Software Foundation (FSF) ha lanciato una campagnia contro la diffusione di Microsoft Windows Vista chiamata Bad Vista. Questa è solo una delle innumerevoli iniziative di questo tipo intraprese in tutto il mondo da volontari di ogni provenienza (vedi ad esempio “Occhio a Vista”) ma è di gran lunga la più autorevole perchè proviene dalla comunità che ha dato vita al movimento Open Source.

16 January 2007

Liberate il WiMAX

Liberate il Wi-MAX

Introduzione

Se siete interessati al Wi-Fi od al Wi-MAX, e vedete in queste tecnologie la possibilità di portare Internet là dove finora non è potuta arrivare, allora aiutateci: queste tecnologie stanno per esserci scippate dai soliti oligopolisti ed il nostro sogno di libertà potrebbe svanire in una nuvola di fumo.

Wi-Fi e Wi-MAX come strumento di libertà

Fino ad oggi, per collegare un nuovo utente ad Internet è sempre stato necessario fare arrivare fino a casa sua un cavo in rame (come quello del telefono) od in fibra ottica. Questo vuol dire che per collegare ad Internet un cittadino che abiti lontano dai principali punti di accesso ad Internet può essere necessario stendere chilometri di cavo e spendere cifre esorbitanti. Per questo motivo, quasi tutta la popolazione italiana che vive lontano dalle grandi città è sempre rimasta esclusa da questa tecnologia e da tutti i vantaggi che essa comporta (ad esempio l'abbattimento dei costi di comunicazione voce che sono resi possibili dall'uso di sistemi VoIP come Skype o Gizmo).

La necessità di stendere del cavo ha creato dei problemi enormi anche a chi abita in città. Dato che stendere nuovi cavi in città comporta dei lavori di costo molto elevato (ottenere licenze, spaccare strade, stendere cavi, chiudere strade, etc.), in pratica tutti gli operatori, tranne Fastweb, si limitano a noleggiare i cavi esistenti da Telecom. Telecom sa di agire in regime di monopolio e fa i prezzi che vuole, a tutto svantaggio del mercato.

Una prima soluzione a questo problema è stato l'uso di sistemi Wi-Fi. Con questa tecnologia sono già state collegate ad Internet intere città, come San Francisco e Bologna, ed intere vallate, anche in Italia. Il Wi-Fi, tuttavia, soffre di alcune limitazioni tecniche che ne impediscono l'uso su distanze “geografiche” (diciamo, oltre il chilometro di distanza, per intenderci) e con bacini di utenza di dimensioni “metropolitane” (una piccola città od un grosso paese).

L'evoluzione del Wi-Fi nella direzione delle applicazioni “geografiche” e “metropolitane” è un nuovo standard noto come Wi-MAX. Questo standard permette di coprire una intera vallata alpina con un singolo ripetitore e di accontentare tutti i suoi abitanti.

Sfortunatamente, le frequenze usate da Wi-MAX sono di proprietà dell'esercito e solo a Dicembre 2006 si è raggiunto un accordo per liberalizzarle. Ora si pensa di assegnarle agli operatori commerciali con delle aste pubbliche molto simili a quelle usate per assegnare le frequenze dell'UMTS.

Perchè le aste sono una idea sbagliata?

Il caso dell'UMTS ha reso evidente il motivo per cui mettere all'asta le frequenze è una pessima idea: gli alti costi dell'asta devono poi essere scaricati sull'utente finale e, di conseguenza, trasformano in un prodotto di lusso, accessibile a pochi privilegiati, quella che avrebbe dovuto essere una soluzione tecnica destinata ad abbattere i costi di connessione ed a favorire i meno abbienti.

Non solo, questa situazione esclude dal mercato i piccoli operatori e, di conseguenza, rinforza ulteriormente la posizione di mercato ed i privilegi delle grandi aziende del settore.

Il fardello storico dell'UMTS

Nonostante il fatto che le aste siano una idea palesemente sbagliata, è molto probabile che venga intrapresa ugualmente questa strada per assegnare le frequenze del Wi-MAX. Il motivo è ovvio: se si liberalizzasse l'accesso alle frequenze del Wi-MAX, chiunque, con pochi soldi, potrebbe fare concorrenza alle grandi aziende che operano nel settore della telefonia e che usano lo standard UMTS. Queste aziende hanno pagato decine di milioni di euro per avere quelle frequenze e non vogliono certo vedersi rubare il mercato dai primi arrivati.

A questo punto, è chiaro che gli interessi di queste aziende sono palesemente in contrasto con gli interessi della comunità e dei consumatori. Di conseguenza, è necessario far sentire la propria voce per impedire che, ancora una volta, sia il più debole a dover soccombere.

Una modesta proposta

Una soluzione corretta ed intelligente al problema delle assegnazione delle frequenze esiste da tempo ed è già usata nella vita quotidiana: è la stessa soluzione legale usata per evitare la proliferazione delle antenne paraboliche sui tetti dei condomini.

Come probabilmente saprete, la legge prevede che non si possa (non si potrebbe...) installare liberamente una antenna parabolica sul tetto del palazzo se già esiste un impianto analogo. La legge prevede che il secondo arrivato abbia il diritto a collegarsi all'antenna esistente a patto che non crei problemi al proprietario e che gli versi una parte della cifra spesa per l'installazione dell'antenna, diciamo il 50%.

Quando viene applicata al Wi-MAX, questa soluzione funziona nel modo seguente.

  1. Il primo operatore che vuole coprire una certa area installa a sue spese l'antenna ed i ripetitori. Questi ripetitori usano una o più frequenze, scelte tra quelle disponibili.

  2. Chi arriva per secondo, ha il diritto (previsto per legge) di usare la stessa antenna, gli stessi ripetitori e le stesse frequenze per offrire lo stesso servizio ai suoi utenti. Ovviamente, è tenuto a pagare il 50% dei costi dell'antenna e dei ripetitori a chi l'ha installata. Il secondo arrivato è anche tenuto a non creare problemi a chi ha installato l'antenna ed i ripetitori. Di conseguenza, se il traffico che produce è tale da creare problemi, deve installare altri ripetitori a sue spese.

In questo modo è possibile servire una certa zona con una sola antenna che viene usata e condivisa da più operatori, massimizzando lo sfruttamento delle frequenze e degli impianti, senza ricorrere a meccanismi di assegnazione di tipo economico (aste) che favorirebbero i più forti.

La suddivisione del traffico tra i diversi operatori può avvenire a valle dell'antenna, sulla rete digitale, esattamente come avviene da tempo per la condivisione dello stesso cavo in rame tra i diversi operatori della telefonia.

Che fare?

Informatevi su questi temi. Maturate una vostra opinione. Diffondete le informazioni che avete raccolto e le opinioni che avete maturato. Solo la presenza di milioni di testimoni come voi, attenti e tecnicamente competenti, può costringere i nostri politici a rendere conto del loro operato e, di conseguenza, ad agire veramente nell'interesse della comunità e dei singoli cittadini/consumatori. Solo in questo modo si può evitare che vengano ulteriormente rafforzati i privilegi degli oligopolisti già esistenti.

Se potete, aiutateci in questo Google Bombing. Create una pagina web in cui parlate di Wi-Fi, di Wi-MAX o di altre tecnologie affini ed inserite da qualche parte un link HTML come questo:

http://www.partito-pirata.it/?q=node/49”>Wi-MAX

Oppure come questo (che linka la sola pagina, non il sito del Partito Pirata):

"http://www.partito-pirata.it/liberate_il_WIMAX.html">Wi-MAX

Se il numero di link di questo tipo sarà abbastanza alto, chiunque cercherà il termine Wi-MAX su Google nei prossimi mesi finirà per inciampare in questa pagina e sarà quasi costretto a conoscere le nostre opinioni su questo delicato tema. La nostra speranza è che leggano questo documento anche le persone che dovranno prendere decisioni in merito (politici e loro consulenti) e chi dovrà presentarle al pubblico (giornalisti).

Per qualunque necessità, potete contattarci attraverso la nostra mailing list:

http://www.piratpartiet.it/iscrizione.php